Metodiche analitiche per la rilevazione di interferenti endocrini nelle acque reflue
A conclusione dell’indagine sulla presenza di Interferenti Endocrini nelle acque destinate al consumo umano effettuata, è emerso che al fine di prevenire la presenza di tali sostanze nelle risorse idriche utilizzate a scopo idropotabile è utile verificare l’impatto degli scarichi degli impianti di depurazione nel ciclo idrico. A tal fine l’indagine, a cui hanno partecipato i più importanti acquedotti italiani, l’Università di Genova e l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, prevede la verifica dei tenori di IE presenti nelle acque di alcuni impianti di depurazione, scelti sulla base di un Questionario distribuito ai Gestori del ciclo idrico italiani. Sono stati messi a punto specifici metodi di analisi, comprendendo la ricerca di nuovi composti, quali farmaci e ritardanti di fiamma. Nel 2013 sono stati presi accordi con acquedotti italiani al fine di procedere con l’attività di monitoraggio mettendo a punto i relativi metodi analitici. Nel 2014, l’attività progettuale ha compreso il monitoraggio a livello nazionale dei livelli di Interferenti Endocrini nelle acque reflue, utilizzando gli specifici metodi di analisi messi a punto dall’Istituto Superiore di Sanità. L’indagine prevede la misura di Interferenti Endocrini, quali Bisfenolo A, ormoni naturali e sintetici, farmaci e ritardanti di fiamma e coinvolgerà numerosi acquedotti italiani, quali Mediterranea delle Acque di Genova, Publiacqua di Firenze, Hera di Bologna, SMAT di Torino, ACSM Reti Gas Acqua di Como, Acquedotto Pugliese di Bari e VERITAS di Venezia. Nel corso del 2015 sono state ultimate le analisi dei campioni reali di prova per stabilire il volume finale di campione da estrarre. Le analisi effettuate sulle aliquote 1A e 2A (fasi liquide) hanno confermato l’applicabilità del metodo, ampliato come campo di applicazione, alla nuova matrice esaminata. Sulla base dei risultati ottenuti il volume da estrarre è risultato essere di 500 mL di campione. I risultati delle analisi effettuate sulle aliquote 1B e 2B (particolato), mostrano che il metodo estrattivo messo a punto permette in generale il recupero degli analiti. Tuttavia, la presenza di numerose interferenze nella matrice non garantisce una corretta valutazione del livello di concentrazione. In tal senso è necessario proseguire la messa a punto del metodo di clean-up. I risultati fin qui ottenuti hanno permesso di definire il metodo di estrazione e preconcentrazione. Il metodo analitico sviluppato risulta applicabile ai campioni di acque reflue in uscita dagli impianti di trattamento.