Il progetto si inserisce in un ampio progetto di ricerca che il gruppo di Ingegneria Sanitaria Ambientale (ISA) dell’Università di Roma La Sapienza sta svolgendo da diversi anni sul tema della presenza dei Microinquinanti Emergenti (ME) nelle acque.
Lo studio proposto si propone il raggiungimento dei seguenti obiettivi: valutazione del rischio per l’uomo e l’ambiente legato ai possibili microinquinanti emergenti presenti nello scarico di effluenti liquidi e fanghi dagli impianti di depurazione, da effettuarsi sulla base di dati di letteratura, di dati ottenuti da precedenti studi condotti dal gruppo di ricerca, di dati ottenuti tramite questionari inviati alle principali utilities italiane; definizione della concentrazione massima ammissibile per garantire un rischio residuo accettabile per l’ecosistema e la salute umana; individuazione, sulla base di valutazioni tecnico-economiche, delle tecnologie più idonee da utilizzare per l’ottenimento delle rimozioni necessarie al rispetto dei limiti individuati nei punti precedenti.
Lo studio si concentrerà sulle classi di ME che, sulla base della letteratura scientifica e delle informazioni fornite dalle utilities, risultano più diffusamente presenti negli impianti di depurazione e verso le quali le autorità di controllo e di regolazione stanno rivolgendo maggiore attenzione.
I risultati progettuali saranno uno strumento di supporto per il legislatore nelle attività finalizzate all’adeguamento normativo per l’introduzione della concentrazione massima ammissibile nello scarico finale dai depuratori e nei fanghi, tale da garantire la protezione dell’ecosistema acquatico e della salute dell’uomo. Inoltre, saranno utili ai gestori degli impianti per la scelta di strategie e tecnologie cost-effective che possano consentire la rimozione delle classi di microinquinanti al valore di efficienza richiesta in relazione alle nuove prescrizioni normative. L’impostazione seguita è quella più attuale, basata sull’analisi del rischio correlata alla presenza dei ME nelle acque. Lo studio si articolerà attraverso una serie di fasi sequenziali, che partiranno dall’aggiornamento della letteratura scientifica e della normativa di settore, con riferimento specifico alle metodologie adottate per l’esecuzione dell’analisi di rischio e la determinazione delle concentrazioni massime ammissibili. Le utility saranno coinvolte per la raccolta dei dati necessari per ottenere un quadro delle criticità e dello stato tecnologico nazionale sul tema. Verranno, quindi, individuate le tecnologie più adatte in termini di rapporto costi-efficacia ai fini del raggiungimento degli obiettivi depurativi definiti sulla base dell’analisi di rischio e del superamento delle criticità riscontrate dalle utility.