Nano/microplastiche nelle acque

Nano/microplastiche nelle acque
8 Aprile 2019 neoimage

Nano/microplastiche nelle acque: possibile impatto sulla salute umana

L’utilizzo massivo dei materiali plastici può è responsabile della presenza di micro e nanoplastiche nel cibo e nelle acque, una problematica che sta destando un enorme interesse per le possibili conseguenze sulla salute umana. Tali particelle possono essere rilasciate nel cibo dai rivestimenti dei contenitori alimentari, nelle acque dal lavaggio a macchina dei tessuti, o semplicemente derivare dalla frammentazione della plastica nell’ambiente. La maggior parte viene quindi riversata nelle acque, dove tali particelle non degradabili possono entrare nelle catene alimentari. La potenziale tossicità delle nanoplastiche sembra essere dovuta non solo alla loro concentrazione e alle caratteristiche fisico-chimiche, ma alla loro capacità di essere riconosciute e rivestite da proteine del sangue. Queste possono formare una “corona” intorno alle nanoplastiche che determinerà l’effetto biologico finale (entrata nelle cellule e tossicità). In quest’ottica, è essenziale lo sviluppo di studi che permettano di valutarne il potenziale impatto sulla salute umana. Un progetto per valutarne l’impatto di queste sostanze nelle acque è stato avviato nel 2016 in collaborazione con il Laboratorio di Fisiologia Ambientale del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della VITA (DISTAV) dell’Università di Genova.