I PFAS (Poly- e Per- Fluoro Alkyl Substances) sono una classe di composti chimici di sintesi che appartengono alla categoria dei contaminanti emergenti. Risultano costituiti da una catena alchilica di lunghezza variabile, completamente o parzialmente fluorurata (da 4 a 16 atomi di carbonio) e presentano un gruppo funzionale carbossilico oppure solfonico. I PFAS sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni industriali (industria conciaria, tessile, galvanica, fotografica, nelle schiume anti-incendio, nella polimerizzazione del teflon, ecc.), grazie alle loro proprietà impermeabilizzanti verso acqua e oli e alla loro capacità di resistere a condizioni ambientali estreme.
Per contro, ci sono indicazioni di grave impatto sull’ambiente e sull’uomo. Nonostante i PFAS abbiano proprietà idrofobe, in base alle quali vengono impiegati per le loro caratteristiche idrorepellenti, i loro gruppi funzionali li rendono idrofili e come tali estremamente solubili e persistenti in acqua. Essi sono ubiquitari e, in concentrazioni diverse, presenti nelle acque potabili (superficiali e sotterranee), nelle acque reflue e di processo e nei percolati da discarica.
Queste matrici richiedono l’applicazione di tecnologie di rimozione, prima di poter essere reimmesse nel ciclo dell’acqua. La scarsa efficacia dei tradizionali metodi di trattamento dei PFAS è dovuta alla forza del legame C-F, causata dall’elevata elettronegatività del fluoro (3.98).
Lo studio, proposto da K-INN Tech, intende contribuire all’individuazione e alla messa a punto di una tecnologia in grado di rimuovere, attraverso un’azione combinata chimico-fisica e termica, la frazione di queste sostanze presenti nei percolati da discarica.